L’edificazione di questa Chiesa, in cura dei Frati Minori Osservanti, diversamente da quanto supposto da qualche storico locale riferentesi alla data (1756) apposta sul cartiglio in pietra sull’arco di ingresso del portico antistante, dovrebbe risalire, sia per consultazione di documenti specifici, che per la stratificazione delle diverse parti costituenti l’organismo architettonico, all’epoca tardo manierista e perciò alla seconda metà del XVI secolo. La data del cartiglio infatti deve correttamente riferirsi all’epoca di una sua notevole trasformazione ed ampliamento.
Il primo nucleo dovrebbe riferirsi infatti allo spazio interno a navata unica, con copertura a botte, preceduto da portico di ingresso coperto da volta a crociera, oggi inglobato dalla facciata principale. Questa reca i segni di una caratterizzazione del profilo superiore a due spioventi interrotti, al centro, da una trifora coperta al centro da una piccola copertura “a cipolla” tipica dei campanili (e infatti di campanile si tratta, ma “a vela” com’è tipico proprio delle costruzioni extra-moenia). L’ampia finestra rettangolare del prospetto principale corrisponde all’interno alla ‘cantoria’ riservata ai frati e comunicante con la navata mediante affaccio con parapetto. La trasformazione, sostanzialmente un ampliamento del XVII sec., ha comportato l’aggiunta alla navata unica di una navata laterale dx (rispetto all’ingresso), coperta con volte a crociera, e in funzione di collegamento con gli spazi fondamentali della sacrestia e del Convento annesso. La superficie interna è ricca decorazioni a stucco e dipinte, nel puro spirito dell’epoca controriformistica.
La piccola chiesetta contiene anche delle notevoli tele di pittori noti tra cui quella di Gaspar Hovic (1550-1627) autore del dipinto che ritrae San Nicola, in abito da Vescovo seduto su alto trono con dossale e baldacchino; ai lati del trono sono il Cristo e la Vergine, in basso a destra è Adeodato che sorregge un vassoio; a sinistra forse il ritratto del committente. Tale tela, unitamente a quella della “Pietà ai piedi della Croce”, proviene dalla demolita chiesa del Monte di Pietà già, prima del crollo, nell’attuale piazza Di Vagno. A proposito della tela della Pietà, possiamo dire con certezza che il suo autore è Giovanni Donato Oppido (1601-32) e che essa rappresenta la Vergine che sostiene il corpo di Cristo defunto ai piedi della Croce. Ai lati si dispongono una serie di personaggi che comprendono San Giovanni Battista, la Maddalena, Maria di Cleofa e un Angelo orante.
Le pareti ospitano numerosi altri dipinti raffiguranti Santi (tra cui San Rocco, Santa Lucia, San Francesco) a tutt’oggi ancora sprovvisti di attribuzione.
La vera sorpresa di questa chiesa però è tutta ancora da visitare e trovasi in uno spazio non visibile al pubblico, coincidente con I’ attuale ufficio di sacrestia; per chi vi sia ammesso lo spettacolo è straordinario: una volta a padiglione copre la pianta quadrata del piccolo vano e contiene, dipinti ad affresco, in riquadri racchiusi da cornici trompe l’oeil, quattro vele triangolari con le immagini dei quattro evangelisti (Marco, Matteo, Luca e Giovanni riconoscibili dalla classica iconografia del tetramorfo) ed al centro un riquadro quadrato con al centro la Vergine contornata da Angeli. Non si conosce l’autore dei bellissimi affreschi che ricordano tuttavia, per colori e forme, la freschezza e la leggerezza della pittura Rococò. In ultimo, negli ambienti della mensa, oggi al servizio della scuola d’infanzia ospitata in una parte del Convento, un bellissimo Crocifisso ligneo pare anch’esso del XVIII secolo.