”L’edificio comunemente conosciuto come Chiesa Matrice, rappresenta ed ha rappresentato nel passato il principale luogo di culto per i cittadini coratini. Dal Codice Diplomatico Barese si evince che la sua prima notizia risale al 1081 e che debba essere stato costruito in epoca normanna.
L’attuale aspetto del tempio è sicuramente il frutto di una serie di modificazioni che l’edificio ha subito nel corso dei secoli e che non sono sempre facilmente riconoscibili nei vari e lacunosi documenti storici. Tra le opere più antiche e di chiara leggibilità medievale rileviamo il portale principale, il campanile (più volte reimpaginato), la parete dell’abside in fondo al presbiterio e le parti più ribassate della facciata laterale destra. Ci sono comunque testimonianze forse ancora più antiche come quelle a cui si riferiscono una lapide abrasa (sulla sinistra in basso della facciata principale) che potrebbe alludere ad un precedente tempio pagano dedicato al Dio Forco.
La chiesa consta di tre navate, di cui la centrale più grande, comunicanti mediante tre grandi arcate scandite da quattro pilastri; al di sopra dei tre archi troviamo una trabeazione in stucco che, come per tutte le pareti interne, alterano l’originaria austerità dell’edificio romanico. La navate centrale è coperta da una serie di capriate in legno invisibili per effetto della presenza di una controsoffittatura su cui si trovano tre specchiature con dipinti riferentesi alle vite dei Santi. Sul fondo della navata centrale, a ridosso del presbiterio sopraelevato, troviamo un’abside quadrangolare coperta con volta a crociera e contenente un coro ligneo con due file di stalli. Le navate laterali sono coperte, invece, con volte a botte al di sotto delle quali trovansi oggi tre cappelle laterali, che sostituiscono le sette cappelle originarie, come tuttora è facilmente intuibile grazie al rinvenimento nel 1957 della prima cappella della navata laterale sinistra in cui è stato ritrovato l’affresco della Madonna di Costantinopoli, attribuito al pittore “ZT” (attivo in terra di Bari entro la prima metà del XVI secolo).
Sul fondo della navata laterale sinistra si apre la Cappella del Santissimo Sacramento di proprietà della Confraternita omonima che custodisce importanti dipinti, rilievi e lastre tombali risalenti al XVI-XVII secolo. Sul fondo della navata laterale destra troviamo invece la Cappella dedicata a San Cataldo vescovo, protettore della città, che custodisce la sua statua lignea e il suo preziosissimo busto in argento di scuola napoletana (XVIII secolo) e gli ori frutto di donazioni votive.
All’esterno la facciata principale si sviluppa sull’asse stradale di via Duomo, rettilineo frutto di una serie di demolizioni (tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo) a danno dell’antico borgo medievale. Sulla sinistra si attesta il voluminoso campanile frutto anch’esso di una serie di trasformazioni intervenute per consolidare la sua struttura portante più volte messa a rischio anche per effetto di eventi naturali. Il portale principale è costituito da due stipiti sormontati da un architrave e da una trabeazione a sua volta sormontata da una lunetta. In quest’ultima è raffigurata una tipica “deesis” con Cristo al centro, Maria a sinistra e San Giovanni a destra. La facciata principale mostra in alto i segni di una trasformazione in altezza dovuta all’innalzamento della copertura della facciata principale conclusasi nel 1866.”