Situata a ridosso di via della Macina, Villa Addario (stante al nome degli ultimi possessori) rappresenta, a poche decine di metri dal centro abitato, un’emergenza architettonica di così alto valore artistico e culturale che ne è stata vincolata non solo l’integrità strutturale ma anche la visibilità dalla principale via di accesso (via della Macina) con l’inedificabilità del terreno antistante pur di proprietà privata. Le sue caratteristiche materiali e la conformazione architettonica meriterebbero miglior sorte del breve spazio che possiamo dedicare a questa descrizione, ma soprattutto un approfondimento di carattere storico a tutt’oggi scarsissimo se non del tutto carente.
Il corpo di fabbrica principale risalirebbe al XVIII secolo e chiaramente mostra, sin dall’avvicinamento dai suoli antistanti i campi sportivi adiacenti (sul versante opposto a via della Macina) una tessitura parietale ed una conformazione più antica della porzione del corpo di fabbrica sul lato opposto. Quest’ultima porzione probabilmente si è saldata in un secondo momento riprendendo forme e volumetrie più eleganti e snelle soprattutto per ciò che concerne le fortificazioni angolari (ben più massicce nella parte più antica). Di fatto, sul fronte principale del più esteso corpo di fabbrica,c’è un portoncino che immette in una specie di condominio bifamiliare con una scala interna a tenaglia che immette a due abitazioni autonome. Anche la copertura, vista dall’alto dell’edificio principale, mostra una addizione di due corpi di fabbrica awenuta in tempi differenti anche se raicinati. la distribuzione interna degli ambienti al PT prevede la presenza di locali di servizio (stalle e depositi), mentre al Primo Piano si sviluppano rispettivamente due abitazioni signorili dotate di locali ampi e comunicanti completi di ambienti di rappresentanza e di locali di servizio (cucine e laboratori per la servitù). Di particolare fascino risultano anche all’interno le strutture cilindriche che prevedono sia (in un caso) scale a chiocciola per il collegamento alla copertura (piana e parzialmente con suppenne) che locali per l’awistamento e la difesa (la presenza di finestrelle disposte a distanza rawicinata sulla superficie curva della torre ne dimostra l’utilità in questo senso).
Intorno al principale corpo di fabbrica, già articolato e complesso al suo interno, ruotano tutta una serie di altri, più o meno grandi altri corpi di fabbrica, a servizio dei Signori abitanti nel luogo. Troviamo infatti una Cappella di culto privato (datata 1743 ed oggi trasformata nell’uso), l’abitazione del porcaro, i depositi di attrezzi agricoli (numerosissimi e ‘monumentali’) ed una enorme cisterna per la raccolta delle acque meteoriche e l’approwigionamento idrico in autonomia del complesso abitato.
Alcune riflessioni sulle vicende storiche possono meglio chiarire il funzionamento di un sistema abitativo rurale così particolare.
Una prima questione riguarda la constatazione che già dal Medioevo, in epoca Normanna, l’applicazione della struttura feudale produsse l’organizzazione del territorio pugliese mediante l’uso di capisaldi fortificati ( i cosiddetti “Casali” nel senso di avamposti urbanizzati) che favorirono gli insediamenti rurali soprattutto nelle aree incolte, per lo sviluppo della coltura vinicola e olivicola. Ai tali Casali si associavano anche piccole Cappelle rurali posizionate in adiacenza di antichi percorsi stradali (non sfugga il fatto che a poche decine di metri trovasi la chiesetta della Madonna di San Giovanni, per qualche studioso già presente in epoca medievale forse in forme diverse rispetto all’attuale facies). la definizione più propria di quella che finora è stata chiamata “Villa” potrebbe essere quella di “masseria” che secondo lo studioso L.Mongiello (“Masserie di Puglia”) “deve essere focalizzata soprattutto come entità edilizia extraurbana; in quanto tale ha correlazioni con tutta la serie di problematiche che caratterizzano la città: sicurezza dei suoi abitanti, riserva idrica, produzione del sostentamento quotidiano e conservazione di quello a medio termine, differenziazione degli spazi fruibili, eccetera. Ulteriori caratteristiche rivengono dalla particolarità che la masseria è una struttura edilizia che oltre a configurarsi come avamposto della città in ambito rurale, ossia cellula autonoma, è anche caposaldo per l’organizzazione e la produzione agricola; cioè esplica, simultaneamente, attitudini di residenza e lavoro”.